Un modello di riferimento. I Servizi di Salute Mentale a Trieste
di Benedetto Capodieci
14 gennaio 2022
Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) di Trieste è stato istituito nel 1981 ed è la struttura responsabile dell’organizzazione degli interventi rivolti alla tutela della salute mentale dei cittadini. Ha il compito di rimuovere qualsiasi forma di discriminazione, stigmatizzazione, esclusione nei confronti delle persone portatrici di disagio e disturbo mentale per promuoverne i pieni e completi diritti di cittadinanza.
È costituito da quattro Centri di Salute Mentale (CSM) attivi per tutte le 24 ore del giorno e per tutti i sette giorni della settimana. Ciascuno serve una popolazione di circa 60.000 abitanti ed è dotato di sei-otto posti letto. Il CSM è il punto principale di accesso al sistema di salute mentale, il fulcro del coordinamento delle attività e della programmazione degli interventi.
I Centri sono luoghi d’incontro e di scambio e offrono prestazioni, interventi e programmi sia per gli utenti che per i familiari. Svolgono attività di emergenza e urgenza, visite ambulatoriali, day hospital e attività di centro diurno. Gestiscono inoltre gruppi appartamento, comunità terapeutiche e gruppi di convivenza. Lo stile di lavoro privilegia la continuità dell’intervento terapeutico-riabilitativo, specie per le persone che soffrono di disturbi mentali gravi, sostenendole nell’esercizio di fondamentali diritti e nell’accesso a opportunità sociali (casa, istruzione, formazione al lavoro, gestione della salute, attività del tempo libero), accompagnandole nei loro percorsi e orientandole nel rapporto con altri servizi e istituzioni.
All’interno del DSM vi sono anche il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura con sei posti letto (situato presso l’Ospedale maggiore che lavora a stretto contatto con il Pronto Soccorso per ricevere e filtrare la domanda di emergenza e di urgenza e indirizzarla ai CSM di competenza) e il Servizio Abilitazione e Residenze, la cui sede direzionale si trova nel Comprensorio di San Giovanni che, in accordo operativo con i CSM svolge funzioni di progettazione, coordinamento e monitoraggio di attività riabilitative residenziali, attività di centro diurno (in collaborazione con agenzie formative e associazioni di volontariato), programmi di formazione e inserimento al lavoro; monitoraggio, coordinamento e valutazione di progetti personalizzati.
Il “Progetto snodo” in cui la Comunità di San Martino al Campo è direttamente coinvolta svolge attività di centro diurno all’interno di questa rete di servizi.
Per accedere ai servizi di salute mentale di Trieste non sono necessarie particolari procedure.
La richiesta di intervento psichiatrico può essere fatta direttamente dalla persona interessata oppure da terze persone, come i familiari, parenti, amici, vicini di casa, persone a vario titolo coinvolte e da servizi sanitari e sociali.
L’intervento si svolge nel rispetto dei diritti di riservatezza della persona portatrice di disagio o disturbo mentale; quando sono altri a formulare la richiesta, ogni tentativo viene intrapreso affinché sia la persona che manifesta il disagio o disturbo ad esprimere la domanda di aiuto al servizio. Le modalità di contatto con il Centro di Salute Mentale sono le più varie: accesso diretto o telefonico in orario di apertura per chiedere l’appuntamento per una visita – sia presso il Centro di Salute mentale sia al proprio domicilio – o tramite richiesta di visita del medico curante. L’arrivo al CSM tramite il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura riguarda esclusivamente persone la cui domanda, generalmente d’urgenza o d’emergenza, sia pervenuta alle strutture di pronto soccorso dell’ospedale.
Non ci sono liste d’attesa. La domanda è accolta dallo psichiatra o psicologo che in quel momento è responsabile dell’attività di accoglienza. La prima valutazione è multidimensionale e pluriprofessionale perché avviene dopo il colloquio iniziale e in collaborazione con gli altri componenti dell’équipe (infermieri/e, assistenti sociali).
Nel corso del primo contatto si prendono in considerazione gli aspetti problematici in base a come vengono presentati, si valuta l’opportunità e la consistenza del progetto di presa in carico, vengono specificate le eventuali modalità di prosecuzione del rapporto. La risposta e il programma terapeutico sono in genere commisurati ai problemi e ai particolari bisogni delle persone coinvolte. La scelta del servizio è di offrire il più possibile interventi personalizzati, non standardizzati. L’attività del Centro di Salute Mentale è rivolta ad accogliere la domanda di cura delle persone adulte del territorio. I programmi e gli interventi non sono indirizzati solo alla popolazione che presenta problemi e disturbi mentali gravi, che rappresenta comunque l’assoluta priorità, ma a tutti coloro che in cicli e fasi della loro vita sperimentano stati più o meno prolungati di angoscia e di tristezza, di paura e di ansia, spesso in coincidenza con particolari eventi (ad es., mancanza di lavoro o perdita di ruoli produttivi, solitudine e/o isolamento sociale, gravi conflitti familiari, lutti e separazioni, etc.).
Il quadro dell’assetto dei Servizi di Salute Mentale qui definito pare essere adeguato a rispondere ai bisogni di salute mentale della popolazione di Trieste. Va detto che non sempre i Servizi si dimostrano così attivi e capaci come vorrebbero e in certi momenti possono presentare segni di insufficienza rispetto ai bisogni delle persone che richiedono un intervento. Confrontando però gli assetti dei Servizi di Salute Mentale in altre regioni italiane possiamo dire che i cittadini di Trieste sono privilegiati perché possono ricevere il migliore trattamento possibile da parte di questi Servizi.
È auspicabile che la legge 180 venga realmente attuata in tutte le regioni d’Italia e che il modello Trieste sia riferimento per tutti i Servizi di Salute Mentale della nazione, così come è riferimento per l’O.M.S. (Organizzazione Mondiale Salute) che da anni indica questo modello come quello più avanzato del mondo per fare salute mentale.
La prima parte dell’articolo è apparsa sul numero 85 della rivista il Punto (pag. 5) reperibile sul sito della Comunità di San Martino al Campo – Pubblicazioni/Il Punto – (ndr.).