2022
Nel 2022 nasce il progetto “Passo dopo passo” presso Casa San Giusto, un progetto di accoglienza residenziale per ex minori stranieri non accompagnati in uscita dalle comunità per minori e impegnati in un percorso formativo o lavorativo che necessitano di un supporto verso la completa autonomia.
2021
Nel 2021 l’Assemblea dei soci vota il nuovo Comitato Esecutivo della Comunità e all’interno di esso, viene eletta Presidente dell’Organizzazione Elena Clon, già volontaria presso la Sede e il progetto Non uno di meno.
In seguito alla chiusura del progetto Caleidoscopio, avviene il trasferimento degli accolti dell’Appartamento solidale Casa San Giusto presso la Casa di Accoglienza Brandesia, che attualmente ospita 10 persone con disabilità intellettiva e/o psichica.
2020
Nel 2020 prende avvio il progetto “Scuoletta di strada” grazie ad un finanziamento regionale che coinvolge più partners, successivamente il progetto cambia nome in “Dopo la scuola” e consiste in un doposcuola didattico educativo svolto presso alcune scuole medie della città.
2018
Nel mese di aprile apre “Lo Spaccetto” in largo Nicolini 3/b, dove vengono distribuite borse spesa per nuclei familiari e singoli inseriti in percorsi di inclusione sociale.
Nel 2018, in seguito alla chiusura del Centro Diurno di Aurisina, la Comunità, in convenzione con il DSM attua il Progetto Snodo, un progetto di animazione del territorio a favore degli utenti dei CSM cittadini.
Prende avvio il “Progetto Caleidoscopio” presso Casa Brandesia destinato all’accoglienza di ragazzi fra i 18 e i 25 anni in condizioni di disagio psico-sociale.
2016
Nel mese di settembre viene avviato il nuovo progetto “Qualcuno con cui correre” che si pone in continuità con “Non uno di meno”, volendo seguire i ragazzi che, usciti con la licenza media dalla scuola smac, si iscrivono alla scuola secondaria, per sostenerli nel rientro nei percorsi formativi tradizionali.
2016
Nel mese di ottobre parte il progetto “Lavoro in corso: una nuova opportunità” che prevede l’inserimento di persone disoccupate all’interno di aziende cittadine attraverso la forma dei tirocini formativi.
2015
Nel mese di dicembre don Mario Vatta riceve il San Giusto d’Oro, importante riconoscimento riservato a cittadini che si sono distinti per attività a favore della nostra città.
2015
Ad ottobre viene rieletto in toto il Comitato Esecutivo e viene riconfermato Presidente Claudio Calandra di Roccolino.
2015
Ad aprile viene presentato il Vademecum “50 sfumature di V… – Come comunicare con gli adolescenti e riuscire a sopravvivere!”, manuale sul lavoro educativo con i giovani scritto a più mani da alcuni educatori dipendenti della Comunità.
2015
A dicembre inizia un nuovo progetto per la ridistribuzione dei generi alimentari freschi, ritirati dalla Comunità presso alcuni supermercati, destinati al alcune famiglie in carico allo Sportello di ascolto.
2013
Vengono celebrati il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di Don Mario Vatta e di consacrazione religiosa di suor Gaetana Dellantonio.
2013
A ottobre, con nuove elezioni, viene rinnovato il Comitato Esecutivo che vede la rielezione a Presidente di Claudio Calandra di Roccolino.
2012
A ottobre viene inaugurata la nuova sede del Centro Smac in via Molino a Vento 83, messa a disposizione dal Comune di Trieste.
2012
A febbraio viene stipulata una convenzione con l’Azienda Sanitaria per la cogestione del Centro Diurno di Aurisina, dove vengono svolte attività ludico ricreative con persone provenienti dall’area del disagio psichico.
2011
A ottobre si svolgono le nuove elezioni del Comitato Esecutivo con la riconferma del Presidente Claudio Calandra di Roccolino.
2010
L’Azienda Sanitaria destina alla Comunità il fondo “N.D. Matilde Morpurgo ved. Colonna dei Principi di Stigliano” per interventi di prevenzione, cura e riabilitazione a favore di persone malate e povere del nostro territorio.
2010
Apre, grazie alla collaborazione con l’Associazione Bambini del Danubio, la casa di accoglienza “Samaria”, rivolta a persone provenienti dalla strada, che necessitano di un periodo di vita comunitaria.
2010
A luglio la Germano, cooperativa sociale di tipo B, si trasforma in Cooperativa sociale di tipo A+B e inizia la collaborazione con la Comunità con la gestione educativa di tre strutture di accoglienza.
2009
Scaduto il biennio di presidenza di Lucia Magro, viene eletto presidente Claudio Calandra di Roccolino, già volontario presso la Sede di via Gregorutti.
2009
Nel mese di settembre viene inaugurato il Centro Diurno per persone senza fissa dimora, frutto di un lungo lavoro di progettazione svoltosi all’interno dei Piani di Zona promossi dall’Area Promozione e Protezione Sociale del Comune di Trieste.
2009
Nel mese di giugno inizia l’attività di accoglienza e di proposta educativa per adolescenti e preadolescenti presso il Centro SMaC, nuovo spazio affittato dalla Comunità in piazza Perugino.
2008
Il 3 maggio viene consegnato a don Mario Vatta ed alla Comunità di San Martino al Campo il XV “Premio Barcola”.
2008
Nasce il Gruppo Carcere, volto a potenziare l’attività a favore dei detenuti presso la Casa Circondariale di Trieste e delle persone affidate alla Comunità in misura alternativa.
Nel 2008 la Comunità entra negli elenchi degli Enti convenzionati con il Tribunale di Trieste e con l’Ufficio Dipartimentale di Esecuzione Penale Esterna (UDEPE) per l’accoglienza dei Lavoratori di Pubblica Utilità, persone che svolgono tale attività come alternativa alla pena detentiva per reati di non grave entità.
2007
Nel mese di ottobre Paolo Scalamera lascia la presidenza e l’assemblea dei soci elegge il nuovo Comitato Esecutivo. L’incarico di Presidente viene affidato ad Alessandro Cassella che dopo un breve periodo rassegna le dimissioni. L’incarico di Presidente passa a Lucia Magro, ex-insegnante e già volontaria della Comunità.
2007
Don Mario Vatta, nel mese di settembre, viene nominato Cittadino Benemerito per la sua attività ed il suo impegno a favore della nostra città e, soprattutto, dei più poveri.
2006
Viene approvato, dopo più di due anni di lavoro il nuovo Nuovo Documento Base intitolato “Il dovere della fiducia”.
2006
Via Rota, che fino al 30 giugno è stata destinata all’accoglienza residenziale di giovani con lievi disabilità o provenienti dal circuito penale viene trasformata in “appartamento solidale” destinato a giovani con una certa autonomia che hanno già fatto un percorso in una delle strutture della Comunità.
2006
Un privato concede alla Comunità l’utilizzo di un appartamento in Via Fabio Severo, destinato a cinque persone con problemi di tipo economico già seguite dalla Comunità.
2006
Grazie al generoso e fondamentale contributo di numerose persone viene concluso l’acquisto dell’appartamento che è sede del dormitorio notturno. Nello stesso periodo, grazie ad una donazione delle assicurazioni Generali viene definito l’acquisto di Villa Stella Mattutina; acquisto reso possibile anche dalla generosità della Chiesa di Trieste e dell’Ente di Culto San Giusto, proprietario dell’immobile, che hanno accettato un’offerta significativamente inferiore al valore di mercato e ancor prima hanno consentito, per ventitre anni, l’utilizzo gratuito della Villa.
2005
Il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza del Friuli Venezia Giulia si costituisce in Federazione regionale. La Comunità di San Martino al Campo vi aderisce.
2005
Dopo trentacinque anni di presidenza don Mario Vatta, padre fondatore e capo carismatico, lascia le redini a Paolo Scalamera, volontario già da vent’anni in Comunità.
2004
In seguito all’acuirsi del fenomeno delle povertà estreme e dei senza dimora è nato il Dormitorio Centro San Martino destinato all’accoglienza notturna di persone residenti nella nostra città o straniere.
2004
È stata inaugurata la struttura di Piazzale Cagni, utilizzata per persone in emergenza abitativa ma già autonome dal punto di vista lavorativo.
2003
Si avvio il servizio Ristoro in Stazione
alcuni volontari portano panini e bevande calde alle persone che trascorrono la notte nei pressi della stazione ferroviaria
2001
Nasce il servizio Unità di Strada per senza fissa dimora
2000
Per rispondere in modo specifico al disagio mentale di giovani-adulti è stata aperta un’altra struttura per l’accoglienza residenziale
la Casa di Accoglienza Brandesia, interamente dedicata all’ospitalità di persone inviate dal Dipartimento di salute Mentale.
1999
Iniziano i lavori di restauro della casa di via Brandesia, 23 grazie ad un finanziamento della CRTrieste.
1998
In seguito ad una diminuita richiesta di inserimenti residenziali da parte del Servizio per le Tossicodipendenza di Trieste, la Comunità si è vista costretta a chiudere l’accoglienza dei tossicodipendenti in Villa Stella Mattutina, per poi riaprirla l’anno seguente destinandola a persone con problemi di tipo abitativo.
1997
Il 2 giugno le ACLI di Trieste inaugurano l’alloggio notturno per stranieri in Campo S. Giacomo. La gestione viene affidata alla Comunità attraverso lo strumento della Cooperativa “Strade Nuove”.
1997
Il 15 settembre la Chiesa di Trieste inaugura la casa di pronta accoglienza “La Madre” nel rione di S. Vito. La gestione viene affidata, in convenzione con la Caritas Diocesana, alla Cooperativa “Strade Nuove”.
1995
Nasce, anche grazie al contributo della Comunità, l’associazione “Libera. Associazioni nomi e numeri contro le mafie” promossa da don Luigi Ciotti con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e di promuovere legalità e giustizia. La Comunità di San Martino al Campo è sede, per il Friuli Venezia Giulia, di Libera che raccoglie oltre 1200 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico – culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità.
1995
Nasce Strade Nuove, cooperativa sociale di tipo A, nella quale confluiscono alcuni collaboratori della Comunità, con lo scopo di non disperdere il notevole bagaglio di competenza e di esperienza acquisito dai giovani volontari nel periodo del loro servizio e per garantire maggiore continuità e professionalità al lavoro di accoglienza. La Cooperativa svolge il suo lavoro educativo a fianco della Comunità fino al 2010, quanto viene assorbita dalla Cooperativa La Quercia.
1994
La Comunità sceglie di destinare la casa “Villa Stella Mattutina” all’accoglienza di giovani tossicodipendenti e la casa “San Giusto” a giovani con disagio psichico.
1994
Il Lloyd Adriatico mette a disposizione della Comunità un appartamento per due persone in Via dell’Istria. Da allora sono state ospitate diverse persone, oggi l’appartamento è preso in affitto privatamente dalla persona che l’ha occupato negli ultimi anni, segno di un percorso di autonomia felicemente concluso.
1993
Inaugurazione de “Il filo di Claudia”, laboratorio di maglieria per donne provenienti dall’area del disagio.
1992
Il 21 dicembre don Mario fa un intervento al Consiglio Comunale di Trieste sulla situazione giovanile nella nostra città, con particolare riferimento ai fenomeni della sofferenza, dell’emarginazione e dell’esclusione sociale. Il discorso verrà pubblicato dalla Comunità sotto il titolo “Fare del bene comune. Il bene in comune”.
1992
Viene presentato al Comune di San Dorligo della Valle (Trieste) un progetto di Comunità agricola, in località Montedoro, destinata al recupero di tossicodipendenti. Alcuni mesi dopo la giunta comunale boccia il progetto.
1986
Don Mario, su invito del governo americano, compie un viaggio negli Stati Uniti nell’ambito del programma “drug abuse”.
1985
Inaugurazione del Centro Studi Paolo Fonda, con sede in Via Gregorutti, 2.
1983
Viene fondata la “Germano”, cooperativa sociale di tipo B, per dare lavoro a giovani provenienti dal disagio. Superato un primo difficile periodo la Cooperativa cominciò a rafforzarsi e oggi è una solida realtà economica ben inserita nel contesto cittadino. Viene aperta la Casa d’Accoglienza di Villa Stella Mattutina, concessa in comodato dalla Chiesa di Trieste.
1982
Viene fondato a Verona Il CNCA, Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza. Il CNCA è una federazione di gruppi del “privato sociale” impegnati con modalità diverse e in tutta Italia, nell’educare, accompagnare, sostenere persone e gruppi in situazione di disagio, nel proporre attività formative, culturali e di impegno politico per costruire percorsi di solidarietà e di giustizia sociale. Gruppi tematici (minori, tossicodipendenze, giovani, prostituzione, carcere, spiritualità…) lavorano, a livello nazionale e regionale, per l’approfondimento di temi specifici, per la riflessione continua sul proprio lavoro, per l’elaborazione progettuale e per la produzione teorica attraverso documenti, periodici, seminari, convegni. Il CNCA accoglie e si fa carico sul territorio nazionale di quasi 35.000 persone in oltre 2.000 strutture in cui operano 12.000 fra operatori, educatori, animatori e volontari. I 270 gruppi federati sono suddivisi in 15 aree regionali.
1981
Viene stipulata la convenzione con il Ministero della Difesa per accogliere giovani obiettori. Oggi la Comunità raccoglie l’eredità di quella che è stata l’obiezione di coscienza accogliendo ragazzi che svolgono il Servizio Civile Nazionale.
1980
La Comunità pubblica in forma bilingue il Documentottanta, nel quale emergono quelle che saranno le parole chiave della Comunità: accoglienza, ascolto, condivisione, strada. Nello stesso anno don Mario Vatta si incontra con alcuni sacerdoti impegnati sul territorio nazionale, per dare risposta a diversi tipi di sofferenza. Nel corso di questi incontri comincia a delinearsi la necessità di un coordinamento nazionale, che diventerà il CNCA – Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza.
1980
L’Associazione cambia nome e diventa Comunità di San Martino al Campo ispirandosi al nome di una chiesa londinese che, durante la notte, rimane aperta per ospitare i senza tetto della città.
1979
La Comunità apre un’altra casa di accoglienza ad Altura, un rione di periferia
qui l’esperienza dura soltanto un paio d’anni. La Sede viene trasferita definitivamente in Via Gregorutti, 2.
1978
Su richiesta della scuola media e di una parte della popolazione, la sede viene trasferita a Borgo S. Sergio, anche per condividere la situazione di marginalità del rione.
1976
Il 2 gennaio la sede viene trasferita in via Marconi 11.
1976
L’appartamento di Via Rota diventa la casa d’accoglienza “San Giusto”.
1975
Manifestazione cittadina detta “La tenda” in cui l’associazione denuncia la realtà dell’emarginazione locale. I volontari elaborano il Documento Base che raccoglie le linee guida dei primi cinque anni di lavoro e la filosofia che orienterà quelli successivi
‘Delinquenti non si nasce ma si diventa’. Nello stesso anno si realizza la prima breve esperienza di accoglienza in via dell’Istria,133, ospitando un piccolo nucleo di ragazzi che provenivano sia dalla tossicodipendenza che dalla sofferenza psichica.
1972
Il 14 luglio il gruppo si costituisce in associazione, chiamata inizialmente Centro di Solidarietà, aperta a chiunque abbia fede nell’uomo e nella sue capacità di realizzazione. Pone la sua Sede in Via Rota, 3 in un appartamento messo a disposizione dal Comune. In quegli anni don Mario e i suoi collaboratori accompagnano settimanalmente alcuni giovani adulti, con problemi di alcolismo, a Zagabria dove sono attivi i Club degli alcolisti in trattamento, ad opera del Prof. Hudolin. I Club, che oggi rappresentano uno dei modelli operativi più significativi nell’ambito dei programmi per i problemi alcol correlati e complessi, sono giunti in Italia nel 1979 e ora sono diffusi in tutto il mondo.
1972
Il 29 maggio il gruppo si presenta alla cittadinanza con una conferenza in cui precisa gli obiettivi che intende perseguire.
1971
Si forma attorno a don Mario un primo gruppo di amici che da subito cerca di operare secondo la filosofia della strada, ossia attraverso l’incontro diretto e non giudicante con chi ‘fa più fatica’ proprio nei luoghi in cui vive. Il gruppo entra nei luoghi dell’allora ospedale psichiatrico “San Giovanni” che proprio nel 1971 vedono l’arrivo del Prof. Franco Basaglia, promotore di una modalità nuova di intendere la cura della malattia mentale. Processo che culminerà, anche a livello nazionale, con la legge 180 che sancisce la definitiva chiusura delle strutture manicomiali.
1970
Don Mario Vatta, giovane prete triestino, ha i suoi primi contatti con giovani coinvolti nel mondo della droga, fenomeno in quel momento ancora in gran parte sconosciuto e sommerso.